domenica 27 gennaio 2008

Follia ( ad Alessandra ed Eugenio, ed ai loro padri )


Qualche anno fa, ero arrivato a creare tutta una teoria sulla Follia.
Una teoria per cui, senza, non sarei potuto essere vivo.
E così, ho cominciato ad impegnarmi, giorno per giorno, nel diventare pazzo.
Cercando di vedere le cose in prospettive allucinate, o facendomi del male fisicamente o mentalmente, umiliandomi, mettendomi in situazioni assurde ed infelici solo per affossarmi un poco di più, adottando comportamenti diametralmente opposti al mio standard.
Verrà da ridere, o da pensare quanto fossi sciocco.
Ma ha funzionato.
Sempre più giù. Una spintarella per ritrovare il fiato, e poi a nuotare ancora più in basso.

Alla fine ci sono riuscito, ho scalzato una grossa zolla, ed ho cominciato a dare seriamente fuori di matto. E li ho capito che non avevo capito. Quella cosa che avevo teorizzato come elisir di vita, era diventata un treno diretto a trecento all'ora verso la morte, o per lo meno, verso un certo tipo di morte.

Il cammino per trovare la stabilità è stato orribile, e difficile. Ci sono stati diversi momenti che non mi avrebbero concesso di esser quì ora. La forza di volontà spesso cozzava con la depressione, e con gli eventi ostili.
Ma nessun'altra esperienza poteva essere tanto formativa.

Oramai esiste uno stereotipo anche per la follia.
La gente che si vanta di essere pazza, fuori di zucca, è spesso stupida e leggera.
Ed uguale a tutte le altre persone che si accontentano di essere sputate da una fotocopiatrice.
Chi si avvicina alla follia, o chi già c'è dentro, non ci trova nessun vanto.
Certo, c'è la pazzia del quotidiano. Quella che ci fa fare 4 ore di strada per 2 di discoteca, che ci obbliga a divertirci a Capodanno, o che ci fa sentire soli in un condominio di 30 famiglie.
Ma quando si parla di pazzia, nessuno ha il diritto di scherzarci, o di vantarsi.
Nel rispetto di chi l'ha vissuta, e di chi accompagna il suo viaggio.

Chi fa diversamente, non è un "matto". E' solo un altro supido arrogante.

1 commento:

Gazurmah ( figlio di Mafarka) Federico ha detto...

La follia è un tema che mi ha sempre affascinato, è il filo conduttore della mia vita, ho pure convissuto accanto alla vera follia, autocostringermi per amore a farmela propria e finire dopo anni a non vedere piu nulla davanti a se che la propria distruzione.
La follia è un modo molte volte per etichettare e allontanare le persone, anni fa mi fu detto sherzando "o è un genio o è un serial killer", figure lontane e vicine.
Non sò cosa tu abbia passato nella tua ricerca della follia, io molti anni fa teorizzavo la mia volontaria estraneita dal mondo, l'allontanamento da tutto quello che era la vita quotidiana di un mio coetaneo standard, per poi finire a 25 anni e pensare che ormai sono giunto "alla vecchiaia".
Certe volte i folli sono solo quelli che hanno occhi diversi per guardare il mondo, io ragiono molto per analogie ma non credo di esser pazzo.
Mi sento diventar pazzo quando mi sforzo di essere come non sono, come non deve essere la mia vita, finisce che scappo e evoco una mia
fantomatica torre d'avorio, o meglio un luogo dove ritrovare me stesso e riguardare il mondo come ho sempre voluto farlo.
Rischio di vivere fuori della realta, ma forse è per me il solo modo per vivere.
Federico