sabato 13 dicembre 2008

Banca del Seme


La sentite la musica?

Sembra sia tornata solo per ricordarci quanto siamo vuoti.

Oggi è un giorno grigio grigio, i miei capelli rossi rossi, le mie dita pure, e non credo ci sarà un nuovo Gesù per la fine della serata a salvarmi da questa vita noiosa.

Sono piuttosto innervosito.

Hanno detto che tutto finirà. Che si è trattato di pochi battiti di vanagloria nella storia di questo continente, che ora torneremo al neolitico postindustriale.

E mentre pecore bicolori si ammazzano per aggiudicarsi un pezzo di nulla verdastro, qualcuno suggerisce idee interessanti.

Non riderò quando accadrà, ma ora la cosa mi diverte. Forse falliremo, forse finiremo come l’Argentina, e tutte le nostre politiche antimigratorie si rivolteranno contro di noi.

Difficilmente ci sarà una nuova Piazza Loreto per i colpevoli di tutto questo.

In caso contrario, spero mi chiamerete, ho un paio di sputi di riserva, annata 1994.


Le mie ansie apocalittiche mi fanno temere un remake del ‘900, o per lo meno della prima metà.

Su una cosa Berlusconi ha ragione: la sinistra pensa negativamente.

È vero anche che il detto “Un pessimista è un’ottimista ben informato” si adatta perfettamente al target culturale degli ottimisti che alimentano abbondantemente il flusso dei suoi voti.

In ogni caso, in piena crisi delle politiche liberali e del capitalismo spinto, dove sono finiti i comunisti, i socialisti, i verdi?

Quali alternative hanno proposto?


Loro, nessuna.


Mi rendo conto di non aver mai fatto post molto allegri.

Ora però è il momento di recuperare. Ho sbagliato, rimanendo accecato da una rabbia che indirizzava, indirizza ancora il mio sguardo verso un unico centro, negandomi lo spettacolo della periferia. Assistendo ai duelli tra defilippiani e venturiani, tra fan di Bonolis o di Scotti, non vedevo le formichine che alle mie spalle stavano immaginando un futuro.

Un mondo diverso, sostenibile ed ecosostenibile, dove la realizzazione personale non passa dall’ultimo acquisto ma dalla riduzione del proprio stress, dal buon vivere. Gente che sogna meno auto, meno smog, meno sprechi. Che accetta di avere un ipod in meno in cambio di maggiore salute fisica e psicologica.

Gente che non cerca la piscina in casa, la climatizzazione selvaggia, l’asciugatrice e la lavastoviglie. Che pensa eco, bio, equosolidale.

Gente che va piano. Che apprezza la lentezza, che mangia slow, che grida “Decrescita!”.

Che acquista locale, che pensa cooperativo, che interviene nella propria vita con senso responsabile.


Utopico? Non credo proprio.

Le banche hanno giocato con l’irreale, e hanno (teoricamente) pagato. Utopico è credere che il mercato possa regolarsi da solo, che la corruzione non esista, che muovere soldi virtuali non influenzi l’economia reale, che troveremo comunque il modo di liberarci dei rifiuti, che il nucleare sia l’unica soluzione, che finito il petrolio troveremo altro, che l’acqua non finirà, che ingegno e tecnologia ci salveranno, perché siamo infallibili.

NO!

Non lo siamo. Sbagliamo, stiamo sbagliando. Stanno sbagliando.

Non sbagliano solo i nostri governi manovrati dalla Confindustria di turno. Anche, e sopratutto, le sinistre che non si accorgono di tutto questo, e che non sanno più offrire alternative allo stato attuale. Che non sanno proporre un nuovo ordine, perché troppo abituate a gestire il loro ruolo di “opposto da”. È il caso di svegliarsi. Qualsiasi cosa accadrà ora, qualsiasi estremismo di destra dovesse affermarsi, qualsiasi ideologia malata dal passato possa riemergere... nessuno potrà definirsi innocente. Tutta questa assenza l’avrà alimentato, ispirato, gonfiato.

Svegliatevi uccellini, svegliatevi!