lunedì 7 gennaio 2008

Bastardo


Credo che la B spetti ad uno dei "complimenti che ho ricevuto più spesso in quest'ultimo anno...

Vorrei capire, quando mi viene dato del Bastardo, a cosa ci si riferisca...
A volte non serve aprire bocca per farmelo capire.
Ad esempio, l'altra sera alla flog direi che la metà delle persone che conoscevo in un modo o nell'altro mi hanno evitato, hanno cercato di non parlarmi, per qualche strana regola cosmica.
Eppure anche quello è un modo di esprimere un giudizio negativo..

A ritroso mi è più facile darmi determinate risposte... In prima istanza, eliminerei dall'analisi quelli che mi giudicano tale perchè non li ho scopati... Credo non serva nemmeno un giudizio...
Sicuramente una buona fetta invece mi ritiene tale per il mio "simpatico" vizio di sparire...
Diciamo pure che possono avere in parte ragione. Per quanto, alla fine, il più delle volte è gente con cui sono uscito, una o due volte, e che quindi non ha un granchè diritto a giudicarmi per ciò che faccio o non faccio... Solo, il mio tempo è poco, perderlo in situazioni che sembra non possano lasciarmi nulla in mano lo trovo stupido. E' vero, il rischio prendendo una decisione in poche ore è quella di commettere un errore, magari non riconoscendo un'ottima occasione... Per ora il mio naso ha sbagliato si e no due volte, ma non è a questo che volevo arrivare... Nè al fatto che, come personalmente evito di sparlare di cattivi amanti o persone noiose che ho rifiutato ( nè di chi mi ha scaricato alla stessa maniera ), gradirei un simile trattamento.

Giudicare una persona è errato a priori. Nemmeno dopo 20 anni di convivenza potremmo capire quale sia la molla che spinge alcune persone a determinati comportamenti, nè possiamo pretendere che tutti abbiano uno stesso codice etico o morale. Solo perchè ci comportiamo come la gente normalmente si comporta ( e per me normale è quasi un'offesa ) questo non ci giustifica quando mettiamo un'etichetta di pubblica accusa ( ed in teoria, anche di pubblico apprezzamento ) su di una persona solo perchè ha tenuto un comportamento che ci ha leso od offeso.
Evitando di affrontare i casi limite, non c'è scusante al giudizio.
Anche perchè è il precursore del pre-giudizio. Chi di voi è cresciuto in un paesello di un migliaio o due di abitanti, sa che una cattiva voce può anche uccidere qualcuno.
Una mia cara collega di scuola mi ha spiegato quale meccanismo malsano si celi nei rapporti interpersonali nel piccolo paesino calabrese dove è cresciuta sua madre. Una situazione in cui la gente, per noia, affossa con i pettegolezzi le persone per screditarle, e poi poter mostrare a tutti la propria bontà nell'aiutare la vittima di turno. Non fossi cresciuto in campagna, non ci avrei creduto...
E questo è il meccanismo che ci fa alzare il dito contro il rumeno o l'arabo, come prima lo facevamo contro ( pardon ) i terùn o prima ancora contro gli ebrei, e via all'infinito..
Possibile che, la nostra civiltà tanto evoluta, sia così beceramente stupida e superficiale?
Il giudizio ed il pregiudizio sono l'affronto più grande alla libertà, perchè non riconoscono un diverso modo di essere che non sia il proprio. E visto che siamo quelli che si sono permessi di "esportare la democrazia " provocando più di 95.000 morti in 6 anni ( 85.766 in Iraq al 19/12/2007; 4.857 in Palestina a pari data,4500 circa in Afghanistan ) (ovvero, mezza Prato cancellata, tutta Lecce bombardata,53 volte il mio paesino massacrato), non possiamo permettercelo.

( missà che questo post sarà pesante da leggere...)

Diverso è il discorso per il personaggio pubblico, soprattutto se è politico.
In tal caso l'offesa è quasi un obbligo morale, sempre nei limiti del lecito.
Per ricordare all'idiota di turno quanto sia umano, perchè sia li e soprattutto per chi.
Evito di commentare eventi come l'Editto Bulgaro o la definizione di satira data da diversi politici di entrambi gli schieramenti ( come se esistesse ancora una differenza... ), ma trovo un diritto il poter insultare il politico, anche pubblicamente. In fondo è un essere umano, che caga e piscia come noi, e visto ceh la tendenza è quella a dimenticarselo..
In realtà con il poco interessamento della popolazione alla politica, e del suo rimbambimento televisivo, l'insulto gioca più a favore di chi lo riceve oramai, strumentalizzato a seconda delle situazioni come attacco politico ad una vittima verginella innocente pluriottantenne o per farsi vedere più umano, e quindi più amichevole, all'esercito di mononeuroni di turno...

Quindi, a chi mi da del bastardo, o qualsiasi altra cosa, suggerirei di guardarsi alle spalle...
A volte può succedere che arrivi l'"effetto boomerang".
Ed, in ogni caso, preferirei che dopo un giudizio del genere, saluti e sorrisini falsi vengano evitati...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, ne approfitto per prendere la posizione del contro su ciò che hai scritto del "giudicare" (sperando che non me ne voglia...)

c'è chi dice che giudicare è inevitabile... critianalmente parlando siamo nati per essere giudicati...(sono ateo...). e perchè? se giudicare è così inutile e sciocco allora perchè tutti lo facciamo? perchè fondamentalmente siamo tutti sciocchi e inutili?
le persone che ci stanno intorno dovrebbero formare parte della nostra personalità. la società... e in base a cosa?
forse perchè prendiamo spunto dai loro modelli di vita o semplicemente ci comportiamo in base a quello che potrebbero pensare di noi? forse entrambi? chissà... come direbbe un famoso filosofo/sociologo "siamo animali sociali"
sbagliato inutile che sia ogni giorno giudichiamo... e veniamo giudicati.
guarda che idiota... guarda che coglione... ma tu guarda quello... o mai hai visto che ha fatto? o semplicemente "certo che se continua così chissà che fine farà" o ancora più semplicemente... se continua a sputare merda prima o poi..."
ed è proprio così sciocco? o possiamo prendere spunto di come le persone ci considerano per guardare noi stessi? l'autostima può partire proprio dai giudizi? giudicare aumenta la propria autostima? o ne è solo una piccola parte debole destinata a cadere presto? ma se l'accresce allora è così inutile? sentirsi giudicati può farci migliorare? o forse la reazione più istintiva è quella di adattarsi per non essere più giudicati? e allora non è più cambiare i giudizi... ma farsi cambiare dai giudizi... ma quale è la risposta?
l'antipatia porta giudizi? e perchè allora evitarli? si può evitare l'antipatia forse?
un'azione che non riconosciamo nostra forse non la giudichiamo? e perchè? perchè è semplicemente fuori dal nostro stile di vita o perchè a volte la riteniamo così sciocca e stupida che la conseguenza naturale è giudicare?
leggere un libro è giudicare?
lavorare è giudicare?
studiare è giudicare?
prendere una posizione è giudicare....
o chissà forse giudicare è solo un mezzo per sentirci più sicuri in mezzo a tanta gente... ma è inevitabile... allo stesso modo per cui a volte ci troviamo a giudicare chi giudica...
ma non siamo forse "animali sociali"?
e allora cos'è sbagliato?
farsi menate e troppe domande?
aiutoooo.
è stato un piacere scambiare idee con te... chiunque tu sia.

Marco ( Mr. No ) ha detto...

Caro anonimo, è stato un vero piacere leggere le tue parole.
Per me è fondamentale un confronto, soprattutto quando qualcuno mi da torto.
Già questo ti può far capire quanto positivamente consideri il tuo pensiero: ho appena ammesso che il tuo giudizio è stato costruttivo.

Sono più che concorde nel ritenere che siamo plasmati dal giudizio altrui.
Nutro però poca fiducia in questi "animali sociali".
Spesso i giudizi sono avventati, superficiali, istintivi e non razionali.
Dire "ti odio" è un affermazione davvero pesante, come il suo opposto. Sono parole che non si dicono alla leggera. Eppure quante volte le sentiamo in una giornata? Quante volte una ragazza che vive liberamente la sua sessualità viene bollata come "puttana"? Quante volte un ragazzo effemminato deve vedersi ridotto ad uno straccio per il pregiudizio altrui?
Credo che "animali sociali"sia una definizione perfetta, proprio perchè in prima voce siamo animali.
Ci piace la carne, il sangue, ci piace aggredire. Ma siamo spesso vili, e lo facciamo solo se siamo in branco. Questo non è un giudizio costruttivo, questa è cattiveria gratuita e distruttiva.

Il tuo è stato un commento positivo, ma se fosse finito in mano alla persona "sbagliata"?
Affermi che un leggere un libro è giudicare,che studiare è giudicare... è una cosa che non avevo mai considerato, ed è un'immagine magnifica... è giudizio la scelta del libro, dell studio, che poi ci plasma, ci influenza, e ci porta a giudicare altro, a cambiare il nostro sguardo... Ma se dall'altra parte si trova l'atteggiamento superficiale di chi giudica gratuitamente, cosa può imparare? E se la persona che riceve il giudizio è debole?
Il giudizio che il popolo tedesco aveva nei confronti del popolo ebreo 60 anni fa è cresciuto con i libri, con i film, con le parole dei dittatori. Hanno interpretato il SuperUomo di Nietzche come una scusante per dei crimini orribili. Quanti hanno saputo usare la loro zucca per giudicare cosa stava succedendo? Anzi: quanti hanno voluto? Hannah Arendt definiva il male nel comune, nella normalità...

Forse alla fine il distinguo da fare è su chi giudica, e su chi riceve?
Ma il rischio sarebbe di cadere nel più grosso giudizio: quello di decidere quali persone siano di serie A, e quali di serie B.
Non vorrei sapere con quali conseguenze.

Ti ringrazio "anonimo" per queste riflessioni dell'1 di notte, spero di poter avere presto altri tuoi post...

La mia stima, Marco