domenica 27 aprile 2008

Memoria

Ricordo.

Io ricordo!

È una fase che possiamo dire, così, senza responsabilità?

Quando la pronunciamo, spesso è per poter rafforzare una teoria precedentemente espressa ( “ Non ci sono più le mezze stagioni! Mi ricordo che quando avevo 12 anni... “).

Oppure, per mostrarci interessanti ad un altro interlocutore ( “Mi ricordo, il giorno in cui mi violentarono.. “ ).


Quando questo piccolo agglomerato sillabico viene espresso, la responsabilità civica, sociale è enorme, perché è la versione pagana de “In nome di Dio, io dico che..”.

Il passato è il nostro Dio.

Io ricordo, e se lo ricordo, non può essere errato. Quindi la mia teoria è incontrovertibile.

Mi giustifico del ricordo, mi giustifico per Dio.

Io ricordo così bene...


Ma il Dio del passato è un Dio stolto.

Personale.

La sua visione dei fatti è locale, sia del punto di vista temporale che fisico, dalla visuale. È come se rigirassi “Nodo alla gola”: potrei farlo dalla cassa, dalla finestra, dalla cucina, dalla lampada, dalla prospettiva di James Stewart, ed ognuno potrebbe dire di aver visto cose diverse, non solo nei particolari, ma perfino storie diverse...

Tutti i fisici che invece di spararsi seghe si buttano sulle teorie dei multiversi, dovrebbero solo guardare a tutto questo per avere le prove necessarie alle loro teorie.

Due uomini al bar, che si fronteggiano sulle elezioni del '94 ( e le cito per scaramanzia ), visti da un interlocutore esterno, sembrerebbero venuti da due mondi diversi.

Se parlassi con mia madre del dolore che mi ha procurato, non ricorderebbe tutto quello che secondo me mi ha fatto.

Dio è forte perché Dio è IL Passato, è l'assioma su cui posso basare ogni mia scelta...

Sempre che di scelta si possa parlare.

Come posso dire di ricordare?

Scelgo perché, come i cani di Ivan Pavlov, rispondo alla forza di un passato già costruito.

Come posso dire che tutto quello che ho nella mente, è veramente esistito?

Tutto il mondo, il mondo intero potrebbe essere nato oggi, la mia memoria di esso con lui, e dove potrei trovare le basi per smentire i ricordi degli altri?

Ognuno, vive nel suo mondo. Il proprio mondo è incomunicabile. Se non c'è comunicazione, non c'è empatia, ma solo solitudine. Nessuno può salvare se stesso grazie a qualcun altro.

Non potreste mai capirmi ora, e non potrei capire voi.

La mia settima Tennent's si è rovesciata sua una coppia de “La Nazione” del 31 Marzo.

L'odore della carta non sarebbe diverso se vi fosse caduta dell'acqua,ma in questo momento particolare mi ricorda in maniera più efficace quello che usciva dal secchio dove mettevo i giornali a dodici anni, nella mistura di acqua e malefica Vinavil, per farne cartapesta per eroi senza futuro.

Il futuro non esiste.

Grazie a questo, Firenze è uno zombie che cammina.


Il ricordo è fallace, il passato non esiste.

Cari fisici, vi porto una prova indistruttibile.

Se il passato esistesse, ed il mondo del ricordo fosse reale, la gente ricorderebbe tutti gli scandali del quinquennio 2001-2006. Cirami, Salva-Previti, Gasparri, Bossi-Fini, Fini sulle droghe leggere...

Ricorderebbe che far la spesa allora era un dramma come ora, che i criminali uccidevano lo stesso numero di persone, e che Del Debbio era un coglione come lo è oggi.

Se il passato esistesse, non avremmo questo governo.

Se il passato esistesse, Berlusconi parlerebbe dal carcere di San Vittore.

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